mercoledì 20 giugno 2012

Deliri di una giornata di sole londinese

Eccoci qua a togliere le ragnatele dal blog dopo un mese e mezzo. Mica male.
Il mio caro "continua a coltivare i girasoli", mai nome fu più azzeccato.
Sto continuando a vivere questa avventura che mi da ogni giorno qualcosa di più, qualcosa di diverso e qualcosa di inaspettato. Alla fine tutto è iniziato esattamente un anno fa, trovare me stessa, ascoltarmi, capirmi, lasciare che finalmente i miei bisogni e soprattutto i miei sogni diventassero la vera strada da seguire.
A distanza di un anno forse dovrei iniziare a seguire il mio stesso consiglio, ricominciare a coltivare i miei girasoli, credere che sia possibile farlo.
E' strano il modo in cui si cambia.
Ma infondo credo che non si cambi mai del tutto.
Vorrei poter dire di credere ancora alle fate e ai folletti ma lasciar correre di nuovo la speranza, credere alla favola non è più così semplice. Ci sono persone che ci feriscono così nel profondo da farci creare delle barriere protettive che tengono lontani gli altri. Barriere così alte da diventare ben presto inespugnabili anche per noi stessi.
Da quale mattone bisogna iniziare a buttare giù il muro? Questo sto ancora cercando di capirlo.
Si apre un altro cammino, di quelli che si possono affrontare in punta di piedi o buttandosi alla cieca e non ci sono vie di mezzo ma i risultati saranno diversi. Sarà la paura a guidare o sarà la voglia di crederci ancora una volta?
La paura è una salvaguardia, come la diffidenza, evitiamo di essere feriti nuovamente ma non ci fanno vivere le emozioni al cento percento.
La scelta è essere vunerabili ma felici o ben protetti ma felici a metà.
Chi si accontenta di una mezza felicità?
La risposta è nel mio dubbio, la scelta è già stata fatta.
Accettarla e riconoscerla a me stessa è cosa ben più ardua.
La felicità richiede una buona dose di coraggio.